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“CHIAVI DI RISERVA” (Kappa Vu, 2020)

Chiavi di riserva è un racconto autobiografico tra due epoche, tra il prima e il dopo di quegli anni ‘60 che hanno cambiato in maniera così radicale la vita e il sentire della generazione nata intorno al boom economico.
Un breve romanzo che porta nel cuore del passaggio, in un momento in cui la campagna non era già più il luogo in cui si faceva la storia, ma i suoi modi e i suoi usi avevano ancora la forza di condizionare vite proiettate verso un futuro diverso per aspettative e possibilità.

Un narrare commovente ma mai nostalgico, anzi lancinante nel ricordo di comportamenti parentali segnati dal principio di autorità di un padre che parlava poco e comandava, a trascinare una giovane donna indietro, in un mondo che oggi ci sembra lontano non solo nel tempo ma addirittura nello spazio, come fossero usanze e linguaggi di altra gente.
Tutto ciò che è stato viene scelto e raccontato dall’Autrice per conoscere meglio se stessa e per cercare di dar esistenza a ciò che andrebbe perso, in un legame indissolubile tra individualità e collettività. In questo ripensare il padre con gli occhi di quand’era bambina e ragazza, in questo “corpo a corpo” con l’immagine interiorizzata nel ricordo, coglie oggi preoccupazioni, motivazioni, sentimenti e valori che allora nella contrapposizione esistenziale non poteva riconoscere. È l’effetto terapeutico della memoria unita alla scrittura, che è lacerante, ma dà senso al senso.

Chiavi di riserva di C. Gasparotto | Gli Amanti dei Libri

Un padre, una figlia • LetterateMagazine. Scritture Politiche Culture

La memoria e il segreto della parola ritrovata | Iuncturae

La crudele dolcezza della memoria | Iuncturae

“#IOSTOACASA” (Pendragon, 2020)

Pandemia, lockdown, quarantena, distanziamento sociale: fino a poco tempo fa queste parole potevano evocare solo la fantascienza. E invece dal mese di marzo 2020 sono entrate a far parte del quotidiano perché, a causa del contagio, ci si è dovuti fermare e chiudere in casa, spaventati, preoccupati e, a volte, soli. Il successo di questa proposta editoriale è stato straordinario: 881 testi arrivati in 20 giorni – di cui qui proponiamo una selezione di 110 – che tra emozioni, ricordi, fantasie, dolore e inesausta voglia di vivere affermano il potente valore terapeutico della scrittura e della lettura.

Carmen Gasparotto, titolo del testo: “Spazi ristretti”

“ECO s. femminile, plurale” (Kappa Vu, 2016)

Ventisei racconti in cui personaggi e ambienti sono indagati con i mezzi dell’introspezione e delle conoscenze storiche, in un quadro accattivante e per certi versi sorprendente dei destini dei protagonisti.

Storie che non sono autobiografiche (se non per quanto di autobiografico chi scrive riversa sempre nella propria opera) ma che spaziano invece in tempi e ambiti molto diversi. Le unificano i luoghi, perché tutte hanno a che fare con gente del Friuli e della Venezia Giulia. E pur nella varietà di genere e di stile narrativo, hanno la stessa scrittura asciutta, la stessa capacità immaginativa, per finali spesso folgoranti.

Tanti mondi, tanta vita (wordpress.com)

Allo specchio della memoria | Iuncturae

ANTOLOGIE

Concorso letterario “Elca Ruzzier – una donna da non dimenticare”

“Se cammini piano” (Vita Activa, 2019) – Donne dentro (secondo classificato)

“Siamo partite in tre” (Vita Activa, 2016) – L’amianto lo abbiamo mangiato tutti (primo classificato)

“Dice Alice” (Vita Activa, 2015) – Testi vari

“Per le antiche vie V edizione 2016”Paolino

“Lignano: ti racconto” varie edizioni (La Nuova Base Casa Editrice)

“DI FORTE ISTINTO” (Montedit, 2013)

Leggendo un annuncio del quotidiano locale Maddalena è colta di sorpresa da un nome che si staglia e che scompagina i suoi giorni: Massimo, un uomo frequentato da giovane. Dopo vent’anni riprende una storia sospesa intrecciando con lui una corrispondenza – quasi un duetto – fatto soprattutto di sms ma anche di mail, e qualche telefonata. Nasce una straordinaria relazione letteraria in cui Maddalena inventa un modo di rivolgersi a Massimo, per materializzare nella distanza quel filo che la lega a lui, per nominare con le parole qualcosa che non si può toccare con mano, mai perduto – anche se in perdita – e ritrovato.

http://www.unigalatina.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2073:una-pietas-per-i-destini-un-romanzo-di-carmen-gasparotto&catid=82:recensioni&Itemid=119